Un campo di spirito

Racconto-intervista del campo estivo G e GA

Il campo G e GA si è svolto quest’anno dal 4 all’11 agosto, nell’incantevole Val Calamento, ambientazione che ben si è coniugata con il tema scelto per i contenuti: la spiritualità.

Noi giovani siamo partiti da alcune domande che già durante le programmazioni ci sono sembrate centrali per la nostra vita: cos’è la nostra spiritualità? Cosa ci anima? Che ruolo ha il Signore in tutto ciò? Abbiamo provato a rispondere tra lavori di gruppo, assemblee e altri bei momenti di riflessione, come la veglia di preghiera o il deserto a 2000 metri. Un momento molto significativo del campo è stata poi la visita al monastero delle clarisse di Borgo Valsugana, dove abbiamo ascoltato la testimonianza di suor Maria Chiara, un esempio di spiritualità di un certo livello!

Abbiamo trascorso una settimana di gioia, condivisione e spirito di comunità, sostenuti dai pasti prelibati del nostro cuoco Franco, accompagnati dalle Olimpiadi e da innumerevoli partite ai più disparati giochi di società. Da segnalare la freschezza portata dai e dalle neoG (ossia i 18-20enni che sono appena arrivati nel settore Giovani), che hanno animato le serate, infondendo una buona dose di carica anche ai più vecchi. Tra questi, ringraziamo Alessia Galavotti, che si è prestata per un’intervista breve ma che mette in luce molti dei punti di forza del campo che abbiamo vissuto.

Quale intervento o quale relazione ti ha colpito di più?

“Mmm… Non saprei, perché me ne sono piaciuti molti! In generale, il tema mi ha colpito parecchio. In un primo momento quando ho saputo che si sarebbe parlato di spiritualità mi sono sentita un po’ spiazzata, pensavo non fosse un argomento coinvolgente, ma durante il campo mi sono resa conto che invece si ritrova nella vita di tutti i giorni. In particolare, un bel momento è stata l’assemblea in cui ci siamo chiesti a che punto siamo con la nostra spiritualità”.

Come hai vissuto i momenti di preghiera?

“Ho apprezzato molto le lodi all’aperto. Le messe sono state molto rilassanti perché interrompevamo le varie attività della giornata e ci ritrovavamo tutti insieme per andare in cappella, con una bella passeggiata anche se in salita. La veglia di preghiera mi è piaciuta molto, con i tuoni in sottofondo che creavano una certa atmosfera”.

Quale è stata la serata più divertente?

“Tutte le serate sono state molto divertenti, ho anche imparato alcuni giochi da tavolo che non conoscevo! Una menzione speciale va alla serata ciozzo”.

Hai notato delle differenze rispetto al campo GG?

“È stato strano trovarsi insieme ai miei vecchi animatori ed animatrici ma, allo stesso tempo, è stato emozionante essere inclusa tra ‘i grandi’, non avevo nulla di più e nulla di meno degli altri. Anche nei momenti di condivisione ho percepito di essere resa parte del gruppo: il fatto di conoscere tutte le domande è molto costruttivo, ai GG non è sempre chiaro dove gli animatori vogliano andare a parare. Un’altra differenza è avere la possibilità di costruire legami con tutti, dato che è quasi inevitabile parlare con tutta la tavolata ai pasti. Inoltre, la differenza di età tra G e GA mi ha permesso di venire a contatto con vissuti e quotidianità diverse, molto più stimolante rispetto ad essere tutti coetanei e fare più o meno tutti le stesse cose.”

Per concludere, un grande grazie va ai nostri responsabili, ai membri d’equipe e al nostro assistente per averci accompagnato in questo cammino, costruendolo pezzo per pezzo su misura per il gruppo. Rinnovati da questa esperienza, auguriamo un buon inizio anno a tutti i gruppi G e GA della diocesi.

Di Elena Michelini e Rebecca Grazian

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