Una tre giorni a Bellaria – Igea Marina con una settantina di Adulti di AC per riflettere sul tema della relazione tra Corpo e Partecipazione. Si tratta del mini-campo Adulti che, come nell’edizione dell’anno scorso, si è tenuto al mare, scelta particolarmente apprezzata poiché nonostante un’acqua non sempre cristallina a causa delle alte temperature, nessuno si è negato un bagno – quasi – rinfrescante! Novità invece lo svolgimento dei momenti di preghiera, guidati dal nostro assistente generale don Carlo Bellini, seduti su un tappetino alla (ri)scoperta della partecipazione del corpo nell’azione orante (che spesso invece tendiamo a rendere troppo intellettualistica o a riempire di parole).
Tanti gli argomenti introdotti: sicuramente a farla da padrone la voglia di rivedersi, condividere gioie e fatiche con gli amici, forse possiamo dire un desiderio di sentirsi e viversi come comunità, riunita dalla Parola del Signore, accomunata dal tentativo di compiere un cammino alla Sua sequela, nella Chiesa. Ed ecco che – senza neanche saperlo – ci siamo ritrovati già dentro il tema scelto: ovvero “corpo e partecipazione”. Questo è stato prima di tutto il campo adulti: una comunità di persone, di corpi che si sono riuniti, si sono incontrati, hanno condiviso tre giorni alla ricerca di un contatto fraterno tra di loro.
Il clima del campo si è creato venerdì 30 agosto con la visita al borghetto di Santarcangelo di Romagna, dove siamo stati accolti dall’ospitalità di un monastero francescano, e delle sue numerosissime grotte sotterranee. La giornata è poi terminata con la visione del film “Perfect days”, assolutamente consigliato anche a chi non ha potuto partecipare (attenzione però… non aspettatevi un film pieno di suspence o di dialoghi!).
Sabato 31, i motori sono stati scaldati da Agnese, Benedetta, Luca, Anna e Massimo: ognuno forte delle proprie competenze, hanno buttato sul tavolo tanti argomenti sul tema del campo, partendo da articoli di giornale, opere d’arte, citazione di libri e analisi d’attualità. Questo ha permesso agli adulti presenti di iniziare a raccontarsi nei lavori di gruppo che, in fondo, altro non sono che un ottimo esempio di incontro tra corpi che in AC conosciamo molto bene!
La comunione ecclesiale al campo ha raggiunto poi il suo massimo con l’intervento di don Andrea Andreozzi, Vescovo della vicina diocesi marchigiana di Fano, che ci ha dato un po’ di filo da torcere con il latino, costringendo alcuni di noi a rispolverare il loro vecchio vocabolario alla ricerca del lemma “permixtum”! Infatti, parlando della Chiesa, lo stesso Vescovo ci ha dato un’altra immagine da affiancare (o forse da sovrapporre) a quella tradizionale di corpo mistico: ovvero corpo misto, mescolato, corpo in cui grano e zizzania devono essere lasciati convivere e crescere perché ciò che porta davvero frutto possa maturare. E dopo questo approfondimento ecclesiale, spazio a una serata di gioco in pieno stile “intergenerazionale”: un gioco-giallo organizzato da alcuni giovanissimi presenti che ha trasformato gli adulti detective alla ricerca del colpevole!
Insomma, il campo è stato tante cose. Non ultimo il momento assembleare conclusivo insieme all’assistente, nella mattinata di domenica 1° settembre: don Carlo ha infatti presentato un percorso che ha toccato alcuni temi assolutamente non banali, spesso oggetto di confusione da parte degli stessi cristiani e su cui l’annuncio del Vangelo può incespicare. È il caso, ad esempio, del tema della risurrezione, con quel dualismo tra anima e corpo frutto anche del percorso storico e culturale di tutto il cristianesimo, che talvolta disorienta. La perdita dei nostri cari, il non averli più con noi ci sconvolge, nonostante la fede ci dica che la resurrezione è una promessa del Signore Gesù, che lui stesso anticipa. Senza temere, allora, si deve continuare ad approfondire i contenuti del nostro credere, a crescere nella speranza offrendola agli altri in un annuncio che sappia intrecciare la nostra fede con le domande sulla vita, sulla Chiesa e sulla comunità civile che possiamo costruire nel prossimo futuro.
Certamente, questi tre giorni sono stati un’ottima base per riprendere il cammino nelle nostre vite, nella nostra diocesi e nelle nostre parrocchie con un rinnovato slancio, certi che … “l’idea che la superficie sia superficiale è superficiale”.
Di Dino Maiolani