I do care- mi interessa partecipare?

Le elezioni europee, e nel nostro caso anche amministrative, sono alle porte. Ci sembrano sempre tanti i giovani indecisi, che non si sentono rappresentati dalla politica, che rifuggono la complessità di funzionamento delle istituzioni, che non hanno tempo per partecipare alla vita politica, presi come sono dalle mille cose da fare. Sono almeno altrettanti, però, quelli che invece la loro voce la fanno sentire: partecipano alle manifestazioni di protesta, sono attivi nelle associazioni di volontariato, si appassionano alla vita della loro città. Al centro c’è una domanda di senso: mi interessa partecipare?

È questa la sfida che abbiamo voluto lanciare con l’evento “I do(n’t) care – La sfida della partecipazione”, svoltosi il 25 maggio nelle aree verdi di fronte alla nuova casa di comunità inaugurata da poco a Carpi, allestendo pagode e tavoli in modo da garantire anche la protezione dalla pioggia.  L’iniziativa è nata da una proficua collaborazione tra alcune associazioni (Azione Cattolica, Carpi 2030, presidio Libera “Peppe Tizian”, Mediterranea e altri) e sostenuta dalla Diocesi e dalla Fondazione Casa del Volontariato.

 

Partendo dai risultati di un questionario sulla partecipazione giovanile promosso dalla Diocesi, e dalle risposte al sondaggio promosso da Carpi 2030 sulla sensibilità ai temi ambientali, abbiamo selezionato alcune tematiche (scuola, lavoro, sport, cultura e aggregazione, diritti, mobilità sostenibile…) su cui confrontarci insieme in tavoli di lavoro, dove poterci informare attraverso alcuni articoli e studi selezionati, e far emergere poi le nostre osservazioni rispetto a ciò che c’è, ciò che manca, ciò che va migliorato.

A metà pomeriggio ci hanno raggiunti i candidati sindaci Monica Medici, Riccardo Righi, Davide Verri e Giulio Bonzanini in rappresentanza di Annalisa Arletti, ai quali abbiamo posto i nostri dubbi, alcune richieste e speranze per il futuro della città. Questo confronto ha aiutato noi giovani a capire quali siano le priorità dei candidati, ma soprattutto è stata un’occasione per noi per poter dare risalto ad alcuni nostri bisogni, come la possibilità di avere spazi per fare sport, la qualità dell’aria, la presenza di luoghi di socialità accessibili e curati, l’attenzione al benessere psicofisico di studenti e giovani lavoratori.

 

Da questo incontro è emerso il desiderio forte di noi giovani di far sentire la nostra voce, spesso non ascoltata o messa in secondo piano, ma anche il desiderio di poter fare comunità, di coinvolgere i nostri coetanei a partecipare attivamente, in un’ideale di politica dal basso che ha molto a che fare con il significato cristiano di carità: fare politica non significa soltanto candidarsi, ma parte proprio dall’interesse, dall’avere a cuore qualcosa, e dalla disponibilità a spendersi per trasformare un semplice desiderio in un orizzonte comune concreto e realizzabile.

Cecilia Gherardi

Matteo Tarabini Solmi

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