La cura di tutti verso il futuro di altri

Festa AC 2022

“Tutto posso in colui che mi dà la forza” sono le parole di San Paolo nella lettera ai Filippesi (4,13). Parole che ci “orientano” in un tempo incerto in cui siamo pienamente immersi e che con fatica ci fa pensare e sognare il futuro. Che avesse tanto o poco, Paolo si affidava al Signore per ricevere quello di cui aveva bisogno.

Quel “tutto posso” ci apre ad un tempo nuovo di attese, possibile nonostante le difficoltà e le pesantezze che si sono accumulate in questi ultimi due anni e che sembrano non terminare. Ci apre ad un futuro e alla responsabilità che il tempo da costruire insieme richiede, perché come ci ricorda spesso papa Francesco nessuno si salva da solo.

Un futuro che ci interpella innanzitutto al dialogo tra generazioni: ricentrare il ruolo dell’adulto che accompagna e non giudica, che accudisce e non domina, che testimonia e non disperde nel delicato passaggio generazionale e generativo verso i giovani che diventano custodi del mondo e del creato. Ecco allora la scelta del titolo della festa: “LA CURA DI TUTTI VERSO IL FUTURO DI ALTRI”.

Un futuro in cui la CURA delle relazioni diventa elemento vitale della nostra esistenza; relazioni che sono la stoffa del sociale, nel lavoro, nella vita associativa, in famiglia, nella comunità religiosa, nella politica. Le relazioni decidono della qualità della nostra vita, del nostro destino e quindi anche del nostro futuro: partire dalla centralità dell’altro per superare la logica egoistica e costruire una società inclusiva. Quali le sfide che ci attendono? Proveremo a dare qualche risposta a questa domanda giovedì 9 giugno con il professor Ivo Lizzola, pedagogista.

Nel confrontarci sul futuro non può mancare lo sguardo alla Chiesa e alle sfide intraprese, a partire dal Sinodo che rimette al centro l’ascolto e la capacità di apertura e accoglienza delle nostre comunità. “Immagino la Chiesa del futuro come san Paolo VI nella Evangelium Nuntiandi: una Chiesa in pellegrinaggio”, ha detto papa Francesco in una recente intervista.
Una Chiesa dentro a un mondo iperconnesso e fragile, chiamata ad essere lievito e luce: quale discernimento davanti ai cambiamenti della società? Dalla legge in discussione sul fine vita al ddl Zan, dai temi LGBTQ agli abusi nella Chiesa.
«La missione è quella di sempre: la Chiesa che parla a tutti e parla con tutti»; «La Chiesa che sta per strada e che cammina, la Chiesa che parla un’unica lingua, quella dell’amore, nella babele di questo mondo» sono state le parole del neoeletto presidente della CEI il card. Matteo Maria Zuppi. Ne parleremo con la teologa Alice Bianchi venerdì 10 giugno.

La responsabilità verso il futuro richiama anche il nostro impegno politico della cura della casa comune. La sfida culturale della responsabilità verso il futuro, nel sentirci comunità di destino, si deve tradurre sempre più in azioni quotidiane “per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri”. Si va dalla lotta ai cambiamenti climatici alla transizione ecologica, dalla sostenibilità all’economia circolare, avendo cura di non lasciare indietro nessuno: un cambiamento collettivo e senza frontiere che deve riguardare tutti i livelli di governo e, insieme, l’intera società. Abbiamo scoperto la nostra fragilità umana, morale e spirituale, etica e politica in una biosfera resa fragile e incontrollabile nei suoi cambiamenti. Serve cura da parte di tutti verso il futuro di altri.

Sabato pomeriggio 11 giugno sarà interamente dedicato agli incontri diocesani di ACR (dalle 15:30) e Giovanissimi (dalle 17:00).

Chiuderemo insieme il percorso domenica 12 giugno dalle 15.30 all’oratorio cittadino Eden, a seguire celebreremo la santa messa unitaria e ci sarà la cena su prenotazione.

Vi aspettiamo numerosi!

La Commissione Festa AC

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